L’ultima opera di Alberto Samonà: È già mattina parte dall’immagine di una donna di sessanta anni, dal vestito turchese, perle al collo, capelli argentati, portamento nobile, i suoi occhi esprimono una certa sofferenza. La descrizione accurata delle vesti, dei quadri, degli oggetti, del vissuto di questa nobile famiglia, racconta la maestosità di altri tempi, delle ville, di questo mondo chiuso ma così aperto alla cultura europea, avanguardia culturale.

Queste descrizioni molto affascinanti che quasi si mangiano, si gustano, si respirano, hanno lo scopo di ridare il giusto valore e sapore alla vita e alla storia. Questa figura di donna che nei colori, nella collana, nella regalità del portamento ricorda le grandi dee del passato, divenuta sofferenza ma sempre dignitosa e aristocratica è come se incarnasse “l’aristocrazia” che diventa donna e ci parla di sé, del suo mondo che si va dileguando.
La modernità avanza e il mondo antico, tradizionale, va scomparendo ma in realtà non scompare poiché s’intreccia con il mondo più sottile che è quello dell’aldilà che crea una condizione senza tempo. La figura di Enzo è emblematica, rappresenta l’essere umano moderno, progressista, che offende questa gran donna sapiente e sensitiva che ha l’unico torto di vedere quel che gli altri non vedono, ma dopo anni avrà il disvelamento che quel che le predisse Alessandrina era vero e ne rimane sconvolto, poiché il tempo le darà torto.
L’intreccio tra le fede e il paranormale è un altro aspetto interessante del libro, poiché divengono mondi distanti, disgiunti, rispetto al passato dove al contrario dio e la magia erano la stessa cosa. Dice Alessandrina: “Se parlassi mi prenderebbero per pazza, o visionaria oppure che porta sfortuna o una specie di fattucchiera. Ho visto quel che nessuno vede. Ho visto la realtà sopra la realtà, lo spazio sopra lo spazio, e il tempo che oltrepassa il tempo. Ho visto di là, ho visto che tempo e spazio sono irreali di quà. O forse sono reali ma di una realtà differente che ha una consistenza specifica pesante e per questo lenta. Come lenta è la comprensione di noi esseri umani sulla natura delle cose. E’inevitabile che sia così. Dio e l’uomo si assomigliano ma su piani differenti”. E’ già mattina è un’opera legata al mondo tradizionale che tocca il nucleo di valori più profondi del nostro Spirito. Il libro finisce con il saluto a tutti coloro che non ci sono più, alle ville, al gioco innocente dei bambini, al the con i biscotti a quel mondo scomparso in apparenza ma che è dentro di noi. Non c’è futuro per chi non ha passato…

LA TRAMA – Nei primi anni del Novecento un presunto caso di reincarnazione scuote gli ambienti intellettuali italiani. È la storia di Alessandrina, nata da un’antica famiglia siciliana e incredibilmente identica alla sorellina morta a cinque anni, con la quale la bambina ha in comune tratti somatici, ricordi d’infanzia e abitudini. La piccola, una volta cresciuta, manifesta anche straordinarie facoltà di sensitiva, delle quali restano numerose testimonianze. A far da cornice ai fatti narrati, il quadro di una Sicilia che non c’è più, travolta dalla modernità e consegnata all’oblio, con sullo sfondo i fasti, le passioni e la decadenza dell’aristocrazia, di fronte ai cambiamenti della società.
Una storia vera, tratteggiata nelle pagine del volume attraverso particolari inediti, presentati con la puntualità di un saggio e lo stile narrativo di un romanzo storico, che è forse lo specchio stesso della Sicilia, perché ne interpreta lo spirito e il sentimento più profondo, che va al di là del tempo, attraversando epoche, generazioni e circostanze. Momenti, che come le stagioni, sembrano passare, ma che ritornano, pur sotto sembianze apparentemente mutate. E così, fra i ricordi andati della “belle epoque”, un soffio antico aleggia ancora fra le pieghe di Palermo, come un alito di vento senza tempo che, solitario, prosegue nel suo viaggio eterno. E una bambina, poi donna, il cui spirito non muore.

Alberto Samonà (1972), giornalista, vive e lavora a Palermo. Scrive per il quotidiano Libero. Dirige il giornale on-line Resapubblica.it. Ha scritto per il Secolo d’Italia, L’Ora, La Sicilia, Oggi Sicilia. Ha pubblicato libri ispirati al ‘pensiero tradizionale’ e alla conoscenza di sé: Le colonne dell’eterno presente (2001), La Tradizione del sé (2003), Il padrone di casa (2008), Giordano Bruno nella cultura mediterranea e siciliana dal ‘600 al nostro tempo (2009), Bent Parodi.Tradizione e Assoluto (Tipheret 2011). Suoi saggi critici sono inseriti in diversi volumi. Per il teatro ha scritto e diretto gli spettacoli Una fiamma a Campo de’ Fiori e L’oro del cavaliere. Ha inoltre scritto i testi teatrali Le notti di Casimiro, ispirato alla figura del pittore Casimiro Piccolo, e Arcani maggiori. Dal suo racconto La bambina all’Alloro, il cantastorie irakeno Yousif Latif Jaralla ha tratto lo spettacolo Le orme delle nuvole. Fa parte della giuria di Subway letteratura. È consigliere della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella. La sua ultima pubblicazione E’ già mattina.

Pubblicato il 6 dicembre 2013 – Rubrica: libri

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